Sudafrica 2012

Un'estate... invernale!

Day 20 - Cape Agulhas e Gansbaai

Oggi giornata di sole!
Dopo colazione e check-out usciamo da De Hoop e ripartiamo alla volta di Cape Agulhas. Sulla strada ci sono allevamenti di struzzi e di pecore; pare che da queste parti l’allevamento delle pecore sia molto importante!

Pecore al pascolo

Dopo il tratto di strada sterrata di circa 50 km per uscire dalla Riserva, comunque abbastanza scorrevole nonostante qualche interruzione per “road manteinance”, ritorniamo sulla strada principale in direzione ovest. Arriviamo a destinazione dopo meno di due ore. Durante il tragitto abbiamo toccato quota 4000 km.
Si entra in Cape Agulhas percorrendo la Marine Road, una bella strada che costeggia il mare e che dall’altro lato è piena di villette residenziali; d’estate questo posto deve essere molto frequentato! Si vede già il faro del paese, che pare sia uno dei più antichi del Sudafrica.

Cape Agulhas

Entriamo nel Parco Nazionale di Agulhas e ci fermiamo a fare le classiche foto ricordo nel punto più a sud di tutta l’Africa.

Il luogo coincide anche con il punto dove confluiscono gli Oceani Indiano ed Atlantico.
In realtà guardando il mare non si vedono delle grandi differenze, ma tant’è! Siamo comunque felici di esserci stati.

Oceano Indiano
Oceano Atlantico

Cogliamo l’occasione per fare una passeggiatina lungo la costa, io Cris Monica ed i bimbi piccoli, mentre Uccio Raffi e Bea ci raggiungono in macchina.
Camminiamo un’oretta ed i bimbi si divertono un sacco anche raccogliendo delle strane alghe giganti che una volta asciutte sembrano di legno.

Cape Agulhas
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Ci fermiamo a mangiare da Angelo’s, ingolositi dal nome e dal menù che sanno un po’ di italiano. In realtà scopriamo che il nome non c’entra niente con le origini, ma la pizza incredibilmente la fanno davvero con il forno a legna.

Pranzetto da Angelo's

Dopo pranzo ripartiamo per Gansbaai, percorrendo un altro tratto di strada non asfaltata, che costeggia da nord il Parco di Agulhas e che come al solito in questi posti regala panorami molto belli.
Raggiungiamo la nostra nuova destinazione, lo Stone House Lodge, che grazie al TomTom per una volta utile troviamo subito, solo che è chiuso e non c’è nessuno. C’è indicato però un numero di telefono da chiamare. Si torna quindi in città a cercare un telefono pubblico per chiamare Louise, che in pochi minuti arriva ad aprirci. Ci siamo solo noi, pagano solo gli adulti, in contanti perché non c’è il collegamento con il lettore di carte di credito. Naturalmente non c’è nemmeno il collegamento a internet. Non ci stupisce più di tanto che a fianco del lodge ci sia un cartello che avvisa che il posto è stato messo all’asta. Chissà se ci saranno acquirenti?!

Il posto comunque è carino e le camere sono molto confortevoli. Per una volta poi sembra che dentro non si congeli! C’è una bella vista sull’Oceano, che si gode bene soprattutto dalla terrazza della casa.
Nell’appartamento dei Bonos c’è anche il camino. Detto fatto, si esce a far la spesa per fare una bella grigliata a casa e risparmiarci così per una volta l’uscita al ristorante con le solite interminabili attese.
Questa notte Mariam dorme nel letto con Alessandro nella classica formazione testa-piede; speriamo bene!

Panorami dalla terrazza del nostro Stone House Lodge