• USA Moto Ride 2016


Day 0 - Viaggio e arrivo a New Orleans (4 maggio)

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Eccoci arrivati al giorno della partenza.
Sveglia alle 3:30, per me che sono l'ultimo da raccogliere. I giovanotti arrivano alle 4 puntuali. Si parte dopo aver sistemato i bagagli. Come sempre, io sono quello che ce l'ha più grosso, mentre Salvatore è quello che ce l'ha più piccolo. Ma ce l'ha così piccolo, che addirittura in aereo se lo può portare in mano! Cose incredibbbbili!!!

Percorrendo una trafficatissima BreBeMi alle 4:50 siamo già a Linate. Lasciamo l'auto al Linate Parking, lo stesso del viaggio precedente, e l'operoso cinesino in un attimo ci porta in aereoporto.
Al check-in Uccio ha sfoderato tutto il suo charme con la tipa al desk, chiedendo un posto corridoio. Naturalmente nel volo lungo ci siamo ritrovati TUTTI E TRE in mezzo. Per la serie #RaffyStaiSerena.
Dopo colazione ci siamo poi separati da Salva; lui va a Francoforte e noi ad Amsterdam. Ci dovremmo ritrovare a New Orleans, dove arriveremo circa una quarantina di minuti prima di lui.
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La nostra prima tratta tutto ok, volo puntuale e tranquillo. L'aereo è mezzo vuoto e possiamo stare larghi. Ad Amsterdam non abbiamo molto tempo, giusto quello che serve per ripassare tutti i controlli doganali, rispondendo alle solite domande idiote che ti fanno quando si vola negli USA. Tipo “hai preparato da solo il bagaglio oppure ti ha aiutato qualcuno?”; chissà cosa avrà risposto Salvatore… “Certo che mi hanno aiutato, come facevo a fare tutto questo bagaglio da solo?!”. Però non lo sappiamo perché lui è a Francoforte…
Al check-in poi io e Gius siamo passati dalla postazione di una ragazza molto gnocca, e Gius si è effettivamente dilungato un pochino, però, cosa non da lui, è venuto via senza sapere come si chiamava. Incredibile, si vede che deve ancora carburare.
Il volo lungo (poco più di nove ore) fila via liscio. I Bono Brothers non avevano nessun vicino, e quindi si sono potuti allargare un pochettino. Non abbiamo nemmeno mangiato troppo male.
Ad Atlanta tiriamo indietro l'orologio di sei ore e iniziamo la lunghissima trafila dei vari controlli. Gius ha vinto il random check, per cui fa una fila più lunga. I bagagli per fortuna sono arrivati tutti e tre, e alla fine riusciamo a prendere il nostro ultimo volo in tutta tranquillità. Salva è già a Houston e sta aspettando anche lui di ripartire.
Anche con l'ultimo volo tutto ok. Arriviamo anche 10 minuti in anticipo, e quando scendiamo a prendere i bagagli li troviamo già pronti. Proprio come a Malpensa!
Stanchi ma felici di essere arrivati sani e salvi a destinazione, ci spiaggiamo su dei simpatici divanetti ad aspettare il buon Salvatore, il quale peraltro arriva puntuale.
Taxi, guidato da un simpatico neretto che parla meglio il francese dell'inglese, che ci porta in centro al nostro albergo, il Wyndham Garden Baronne Plaza.
Qui abbiamo un attimo di panico perché non trovano la nostra prenotazione. Pare che Salvatore abbia fatto un po' casino con le carte di credito. Comunque sia, per fortuna alla fine le nostre camere ci sono. Meno male perché cotti come siamo non sarebbe stato il massimo dover andare a cercare un'altra sistemazione.
Giusto il tempo di lasciare i bagagli e si esce, destinazione il famoso quartiere francese, in particolare in Bourbon Street.

Immagini da Bourbon Street

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Che dire, personalmente l'ambiente mi ha un po' deluso. Lo pensavo più folkloristico e meno un incrocio tra un centro commerciale all'aperto e una Las Vegas dei poveri. Ma questa è solo una opinione personale.
Comunque sia abbiamo cenato bene da Mister B's Bistro, locale tipico scovato da Uccio su di un qualche canale Sky. In particolare i gamberoni sono stati molto apprezzati.
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Io poi sono riuscito a comprare la prima maglietta al negozietto Harley-Davidson.
Alle dieci siamo di ritorno in albergo; per noi sono le 5 del mattino, dopo circa 26 ore che siamo in ballo. Altro che essere un po' stanchini.
La nota dolente è che abbiamo le due camere confinanti. Non so chi sia dei due, ma sento russare alla grande da qui.