• USA Moto Ride 2016


Days 8 e 9 - Chicago (12-13 maggio)



Colazione al barettino a fianco dell'albergo. Si mangia anche bene, ma il servizio è pessimo. Una ragazzetta alquanto stordita, o forse solo molto disorganizzata, ci porta caffè e cibarie dopo circa mezz'ora che siamo seduti, e dopo aver servito varie persone entrate dopo di noi. Mah.
Oggi in realtà è il giorno clou del nostro viaggio, la giornata più importante, lo scopo essenziale del viaggio stesso: si va agli Outlet di Aurora, Illinois. Distano una cinquantina di km, che il navigatore prevede di fare in poco più di un'oretta. Il cielo è plumbeo, ma la temperatura di circa 20 gradi rende il giretto piacevole. Il traffico è sempre notevole.
Però non tutto va secondo i programmi iniziali, che prevedevano poi di rientrare nel pomeriggio per riportare le moto alla sede locale di Eagle Riders entro le 18. Succede infatti che dopo una quindicina di km alla moto di Salvatore si accende di nuovo la spia di un guasto al motore. Si, anche questa moto, la seconda! Ma nessuno ha pensato che sia lui che porta sfiga, si tratta sicuramente di una semplice coincidenza, è questo quello che abbiamo pensato.
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Tra l'altro inizia anche a piovere, e per dirla tutta lui sostiene che la colpa è mia perché a New Orleans ho comperato un ombrellino. Vabbè!
Si tratta probabilmente di una perdita di liquido refrigerante dal sistema di raffreddamento, e quindi non dovrebbe essere nulla di grave, ma prudenza ci dice che è meglio non proseguire. Comunque, nelle more della sfiga, qualsiasi ne sia l'origine, fortuna vuole che la sede di Eagle Riders sia proprio in questa direzione. Quindi ci dirigiamo direttamente lì, e dato che nel frattempo si sono fatte le undici passate, con sommo rammarico decidiamo di lasciare addirittura tutte le moto, così evitiamo di doverci tornare più tardi. Abbiamo fatto in totale 2.301 km. Non male in otto giorni.
Prendiamo un taxi per andare alla Hertz al vicino aereoporto, dove noleggiamo una macchina fino a domani. Finalmente si parte per i nostri outlet, dove arriviamo che sono quasi le due. Spuntino di ordinanza al Food Court, e poi via che si parte a scaldare le carte di credito. So che non dovrei dirlo, ma ha vinto Uccio.
Anche oggi nel ritorno ci imbattiamo nel rush hour, ma solo per le ultime 13 miglia. Scorre però un po' meglio di ieri, e poco dopo le sette siamo già in albergo.
Questa sera si cena al Exchequer Pub, un locale tipico americano, con i tavoli di legno e le televisioni che trasmettono partite di vario tipo. La nostra cameriera è molto cordiale, si chiama Gina e ha origini italiane, calabresi per la precisione. Non sa una parola di italiano e sta studiando per diventare una nurse.
Abbiamo anche mangiato bene. Una buona ultima cena, ahinoi.
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Domani mattina è previsto l'ultimo giretto per la città, e quindi nel primo pomeriggio il trasferimento in aereoporto.

Day 9 - Shopping sulla Michigan Av. e back to Italy

Ultimo giorno negli States.
Bagagli pronti, si esce per la colazione, ancora da Panera Bread, anche se a Salvatore le uova non erano tanto piaciute. Poi si torna in albergo per il check out, lasciano le borse in deposito.
Questa mattina ancora shopping sfrenato lunga la mitica Michigan Avenue, una strada che giustamente è considerata una delle più belle di tutte le città americane.
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Prima l’Hard Rock Cafè, che non è un vero e proprio negozio ma uno stand all’interno di un centro commerciale, ma si torva il modo di fare ampi acquisti anche qui.
Poi il clou della giornata: l’Apple Store. I fratelli Bono fanno acquisti per le rispettive figliole, io solo per me stesso (per ora!).
Abbastanza soddisfatti si gironzola ancora un po’. Ultimi souvenir in un negozio di articoli sportivi, e poi abbiamo davvero finito.
Pizza nel locale dove abbiamo cenato ieri sera, l’Exchequer Pub, anche se questa volta non c’è Gina a servirci.

Prendiamo la nostra auto e partiamo per l’aereoporto. Non consideriamo che anche a quest’ora del primo pomeriggio in uscita dalla città c’è un traffico pazzesco. Dieci miglia quasi a passo d’uomo. Salvatore arriva appena in tempo, dato che il suo volo parte prima.
Noi riconsegnato l’auto alla Heartz e poi ce ne andiamo ad aspettare in aeroporto. Il nostro volo Air France è uno dei peggiori che io mi possa ricordare. In posti strettissimi per un volo intercontinentale, e con un freddo becco per tutto il viaggio.
F… i francesi!