• USA Moto Ride 2014


Day 4 - Da Mesa Verde alla Monument Valley (11 maggio)



Questa mattina alle 6 siamo stati svegliati da un rumore di quelli che quando sei in viaggio in moto proprio non è bello sentire. Pace i tuoni, è stato il rumore della grandine sui vetri della finestra della camera che è stato un pochino fastidioso! Per di più mi sono svegliato con uno dei miei mal di testa. G è stato molto gentile e mi ha preparato un bel the caldo. Eeehh… avercene di uomini così!
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Un po’ di grandine

Il temporale è durato un po', ma per fortuna verso le otto ha smesso, ed è anche uscito un filo di sole, anche se la temperatura è rimasta poco sopra lo 0. Ci siamo dovuti coprire molto bene, ma da riders di razza quali siamo eravamo ben preparati all'evenienza.
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Un altro po’ di grandine

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Uccio questa mattina non ci ha dato fastidio.

Colazione e ancora qualche souvenir, e si riparte alla volta della Monument Valley. Io ho esaurito lo spazio nelle borse, per cui devo lasciare sul portapacchi il mio nuovissimo e bellissimo zaino che ho comprato alla Harley di Durango. Solo che minaccia pioggia, e lo zaino non è impermeabile. Per fortuna c'è quel sant'uomo di Uccio che ha un bellissimo sacchettino impermeabile, e così il mio zaino è salvo. Meno male che Uccio c'è!!!

Prima tappa a Cortez per fare benzina, che per 3,8 USD al gallone è quasi un piacere. Poco dopo la partenza dal Lodge la nostra giornata è stata improvvisamente illuminata dalla vista di un orso che ci ha attraversato la strada proprio davanti, per poi scappare subito nella boscaglia, sicuramente spaventato dal potente rombo delle nostre Harley. Fantastico! Pare che qui succeda piuttosto di rado di avvistare gli orsi, e il ranger all'entrata del parco, al quale ho segnalato l'avvistamento come da regolamento del parco, mi ha detto che siamo stati very lucky. Wow!

Una ventina di miglia dopo Cortez siamo di fatto entrati nel deserto. Miglia e miglia nel nulla più assoluto, con panorami comunque bellissimi. E tutto sommato è stato molto suggestivo anche il mal tempo, perché con l'orizzonte praticamente sconfinato si vedevano molto bene i nuvoloni neri che si spostavano qua e la… anche se ovviamente ogni tanto qualcuno ci cuccava! (N.B.: questa osservazione è stata fatta da Uccio, che è stato veramente molto acuto).

Seconda tappa il Four Corners Monument. Solo gli americani si potevano inventare una specie di monumento in mezzo al deserto solo per indicare l'intersezione di quattro Stati: Colorado, Utah, Arizona e New Mexico. In pratica un grande piazzale, circondato da una schiera di negozietti che vendevano souvenir Navajo, al centro del quale ci sono i simboli dei 4 Stati e dei bei quadratini disegnati per terra, per cui solo con un passo si può cambiare Stato. Naturalmente ci siamo fatti un bel selfie ognuno in uno Stato diverso. Come direbbe Crozza-Berlusconi, chefffigataaa! In realtà la foto ce l’ha fatta un simpatico signore tedesco, che non sapeva dov'è Brescia però era stato sul Lago di Garda. E te pareva…
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Così lontani … così vicini!

Si riparte, lasciando per l'appunto il Colorado ed entrando in Arizona, per poi dopo una trentina di miglia rientrare nello Utah. Figo! Ma il deserto è sempre lo stesso.

Facciamo quindi tappa a Bluff. No, non è uno scherzo! Ci siamo veramente fermati in una cittadina che si chiama Bluff, dove cerchiamo un po' di ristoro, dato che ormai si sono fatte le 15 e lo stomachino si fa sentire. Peccato che sia tutto chiuso, forse perché oggi è domenica, e forse perché 'sto Bluff alla fine è veramente un buco. Riusciamo comunque a mangiare del pollo fritto piccante nello store del benzinaio, l'unico posto aperto che abbiamo trovato. Non proprio un pranzetto memorabile, ma quando si ha fame…

Riprendiamo il percorso verso la Monument Valley, con un po' di sole ma sempre con le solite nuvolette nere che ci inseguono.
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Prossima tappa il Goosenecks Overlook, un meraviglioso punto panoramico su di un canyon “a curve” attraversato dal San Juan River. Siamo un po' indecisi per via del fatto che è proprio in direzione delle nuvole più nere, ma dei tizi a cui chiediamo, che stavano venendo proprio da li, ci dicono che non piove e che vale assolutamente la pena di andarci. Avevano ragione, perché lo spettacolo è davvero notevole, e possiamo dire che il posto sicuramente meritava il viaggio.
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Lo splendido panorama del Gooseneck

Nel frattempo la nuvola nera ci ha raggiunti, ma ormai non manca molto. Brevissima sosta per la fotografia di rito al Mexican Hat, e poi dritti verso la meta.
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Il famoso Mexican Hat, in pratica un sasso a forma di sombrero

Arriviamo al punto panoramico più famoso proprio in concomitanza di un pullman di cinesi, i quali in men che non si dica hanno occupato tutto il panorama. Una di queste si è anche fatta fotografare sulla moto di G, divertendosi un sacco. Anche noi guardando lei ci siamo abbastanza divertiti, in verità!
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… e come se la tira!

Ripartiti i cinesi finalmente abbiamo potuto fare qualche foto anche noi; peccato che non è più passato nessun altro per farcene scattare una tutti insieme.
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Ha il suo fascino anche con i nuvoloni

Il nostro The View Lodge è veramente molto bello. Che bravo che è stato Uccio a darci questa dritta, aveva proprio ragione!! Mi chiedo solo, ma quante volte all'anno vedono la pioggia da queste parti!?

La cena in compenso non è che sia granché, e la nostra cameriera Navajo non è particolarmente simpatica, ma tant'è. Almeno abbiamo speso poco. Segnalo che ci siamo presentati al ristorante in formazione “Gran Gnocchi”! Abbiamo suscitato molta curiosità in due simpatici signori di Londra, che sapevano cosa sono gli gnocchi ma che non capivano la frase. Ho cercato di spiegargli il doppio senso con un termine che in italian slang means “a very cute girl”, ma non so se ci sono riuscito.
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Ecchegnocchi!

Dopo cena subito a nanna, che domani c'è la sveglia all'alba.
In conclusione, abbiamo preso un po' di freddo, parecchia acqua e molto vento, ma abbiamo anche visto cose molto belle: la strada nel deserto, il canyon con le curve e lo spettacolare skyline all'arrivo alla Monument Valley. Senza dimenticare l'orso! A cena ci siamo dimenticati di decidere il voto della giornata, ma mi prendo la libertà di assegnare un bel 9½.
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