Oggi ci si prepara una mezz'ora prima del solito, dato che abbiamo parecchia strada da fare. Tra l'altro la colazione è compresa, quindi risparmiamo anche il tempo di andare a cercarla.
Il nostro Days Inn ha un piccolo buffet dove si può fare una buona colazione. Ci attacca bottone uno strano tizio, originario della Croazia e chiaramente pederasta, il quale deve avere avuto un coccolone per Giuseppe, al quale ha raccontato la sua vita: vive in Florida dal 1997, ha un compagno italiano (pare sia per questo che ha riconosciuto la nostra parlata), si occupa di moda ed era venuto in America per incontrare Versace. Abbiamo pensato, da come era vestito, che probabilmente non l'ha mai incontrato. Ad ogni modo è stato molto gentile, e ci ha anche insegnato a fare i waffle.
Anche oggi il tempo è molto bello e fa decisamente caldo.
Alle nove in punto accendiamo le moto e partiamo. Per arrivare a Nashville ci sono circa 350 km di strada, che per questa volta percorriamo sulla highway. E' comunque piacevole perché, eccetto i tratti intorno alle città, per il resto attraversa delle zone verdi e boscose, ed inoltre ci consente di andare ben a 70 mph. A questo proposito, credo sia da sfatare il mito che gli americani rispettano sempre i limiti di velocità. Non si contano i trucks che ci hanno superato, per cui mi sa che qui i limiti li rispettiamo solo noi.
Facciamo una sosta per la benzina e poi una pausa per un frugale spuntino, più o meno a due terzi del percorso. Ci fermiamo in mezzo al nulla in località Bucksnort, al Music Highway Cafè, dove di musica non ce n'è e dove si mangiano sempre le stesse cose che ci sono ovunque. In compenso la cameriera Susie è gentile e …. e basta anche lei.
Arriviamo al nostro albergo, l'EconoLodge verso le 2:30 PM (qui si dice così).
Scopriamo che c'è una piccola piscina e, dato che fuori ci sono 32 gradi, decidiamo che vale la pena farci un saltino. In realtà l'acqua è un po' freschina, e quindi prima di entrare sono un filo titubante. Per fortuna c'è Uccio che mi dà una mano a decidere, e da gran saggio quale egli è, non è che sta a dilungarsi in discorsi lunghi e fumosi, ma va concretamente al nocciolo della questione; come si dice, un gesto vale più di mille parole: el má puciat denter!
Vabbè, tanto avevo praticamente deciso.
Doccia e pausa di riflessione, e poi si parte verso la downtown di Nashville, che dista solo una decina di km. Meta la Broadway Street, la via principale del centro della città. Ed è veramente la via della musica come la chiamano, dato che è piena di locali ed in tutti suonano dal vivo. Altra sosta di rito all'Hard Rock Cafè locale, e poi entriamo da Tin Roof - A live music joint, dove ascoltiamo della buona musica e dove facciamo uno spuntino, tanto per cambiare.
Alla fine decidiamo che per ora il centro di Nashville è quello che ci è piaciuto di più.
Dopo un altro po' di girovagare scopriamo che anche qui c'è un B.B.King's Blues Cafè, e che qui hanno anche posto. Ci fanno tra l'altro pagare ben 5 dollari a testa per la musica, oltre alla cena, ma ne valeva la pena, perché c'era un quartetto di gente che suonava davvero molto bene. Ovviamente musica blues di B.B.King.
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La nostra cena è stata poi animata da un'altra discussione filosofica, più o meno sullo stesso tema del milk e della cream, innescato dal fatto che il cameriere, uno sbarbatello con un ciuffettino da frocio, ha chiesto un documento d'identità ai miei soci che avevano ordinato una birra.
Apro una parentesi.
Giuseppino mi ricordava di citare un episodio accaduto ieri, e che per lui è stato particolarmente significativo. Alla biglietteria del museo dei Civil Rights di Memphis un simpatico nonnino gli aveva chiesto se qualcuno di noi avesse più di 55 anni. Presente, ha risposto lui, cosa che ci ha fruttato un dollaro di sconto per tutti. È stata la prima volta che ha goduto dello sconto senior, e questa cosa l'ha proprio colpito.
Bene, il buon Giuseppe è quindi passato in meno di 24 ore dallo sconto anziani al dover esibire la carta d'identità per poter bere una birra. Niente male!
Io ho chiesto al ragazzetto se stava scherzando, ma lui serissimo mi ha risposto che no, non stava assolutamente scherzando. It's the law, baby!
Ora, io sono del parere che mi sento preso per i fondelli se uno mi chiede un documento per dimostrare che ho più di 21 anni, e che questo sia l'ennesimo esempio di come la rigidità degli americani possa a volte sfociare nel ridicolo, per non dire di peggio. Prendo però atto del fatto che sono l'unico a pensarla così, perché il resto del gruppo è concorde nel dire che se questa è la legge loro sono comunque tenuti a rispettarla, anche se è idiota.
Fotografia gentilmente fornita dalla Police di Nashville.
Sarà. Ma purtroppo non finisce qui, perché una volta ritornati al parcheggio per riprendere le moto abbiamo trovato la sgradevole sorpresa di due belle multe da 80 dollari l'una.
Altra premessa: avevamo lasciato le moto in un parcheggio a pagamento, dato che in centro non c'era altro modo di sistemarle. Dopo aver visto che si pagava 20 dollari a veicolo, abbiamo lasciato due moto per ogni parcheggio (ci stavano perfettamente), pagando quindi due ticket da 20 dollari ciascuno, dato che abbiamo occupato solo due parcheggi.
Facile: una macchina con 4 ruote occupa un parcheggio e paga 20 dollari = 2 moto con 4 ruote complessive occupano un parcheggio e pagano 20 dollari. Equazione logica e naturale per italiani medi come noi, che per l'occasione peraltro non avevano nessuna intenzione di “fare i furbi”, ma evidentemente non valida per gli americani, per i quali vale che se sono 20 dollari a veicolo vuol dire che tutti ne pagano 20. Se tu in un parcheggio ci infili 15 tricicli, per dire, devi pagare 15 volte 20 dollari. Totalmente illogico ma, da queste parti, è così.
It's the law, baby.
E non ho altro da dire su questa faccenda.
Buonanotte.