Day 2 (Venerdi 5)

Death Valley e viaggio fino a Las Vegas

Sveglia abbastanza presto che oggi abbiamo l'incognita dell'assistenza per la moto di Uccio bloccata a Shoshone.

Il rigoglioso paesaggio di Tecopa
Il rigoglioso paesaggio di Tecopa

Mentre ci prepariamo ci attacca bottone un nonnino che si chiama Bill, al secolo Onofrio, di discendenza italiana; ci tiene a farci sapere che la sua nonna era siciliana di Palermo, e che lui è molto orgoglioso di avere sangue in parte italiano. Bene, gli diciamo, anche se capiamo più o meno un terzo di quello che ci dice. Però si appassiona al problema della nostra moto bloccata, ed insiste per farci parlare con Greg, che è anche lui un motociclista e che sicuramente ci potrà dare una mano. Greg si trova al Mc Neal's BBQ, che sarà anche chiuso dopo le sette di sera ma che alle otto del mattino è assolutamente operativo. Gli spieghiamo il tutto e lui, davvero molto gentile, si offre di telefonare per noi alla EagleRider. Che però apre alle nove.

Il Mc Neal's BBQ
Il Mc Neal's BBQ
Il mitico Onofrio, per gli amici Bill.
Il mitico Onofrio, per gli amici Bill.

Nel frattempo facciamo colazione; ci serve e ci attacca un po' una pezza una tizia che invece è figlia di madre tedesca. Ci chiede se veniamo dalla Germania, e io le rispondo un po' scandalizzato che siamo italiani, dicendole "vuoi mettere la differenza", naturalmente prima che lei ci rivelasse le sue origini. Vabbè!
Giunte le nove Greg telefona alla EagleRider, dove alla fine di un fitto confabulare si concorda che manderanno l'assistenza da un paese che dista una trentina di miglia. Non specifica però quando potranno partire.
Intanto il tempo passa e la temperatura aumenta. Andiamo tutti a Shoshone, e decidiamo che io e Uccio, che la Death Valley comunque l'abbiamo vista già due volte, ci fermiamo ad aspettare l'assistenza, mentre il resto della truppa prosegue per il giro come pianificato, e che poi ci si vedrà tutti all'albergo a Las Vegas. Saluti e baci, sono le dieci e mezza del mattino e la temperatura è già di 38 gradi.

Facce da casco in trasferta
Facce da casco in trasferta
Attesa al Crowbar
Attesa al Crowbar
Il trio che è partito per la Death Valley
Il trio che è partito per la Death Valley

Mentre io e Uccio aspettiamo al Crowbar sorseggiando una aranciata ghiacciata, arriva un gruppo di 5 riders, due maschi e tre femmine, ognuno con la sua moto, di quelli proprio duri e puri come quelli dei film. Il tizio ci passa davanti, ci saluta e ci dice qualcosa di incomprensibile che però finisce con "...today?". Pare ci abbia chiesto qualcosa del tipo "come butta la giornata?".
Al che gli rispondo "not very well", spiegandogli che abbiamo la moto bloccata e che stiamo aspettando l'assistenza. Al che lui, gentilissimo come Greg, ci dice un'altra cosa incomprensibile che però finisce con "... let me see...". Lo portiamo quindi alla moto, gli diamo le chiavi e.... gulp, in un attimo l'ha sbloccata! Dire che ci siamo sentiti due stronzi non rende abbastanza l'idea. Stronzi si, ma molto felici!!
L'abbiamo ringraziato infinitamente e gli abbiamo offerto la colazione. Poi abbiamo telefonato per bloccare l'assistenza, senza però aver capito se erano già partiti oppure no, ma ormai non ci importa. A completare l'opera della figura di m... Uccio ha cercato di partire con il lucchetto alla ruota anteriore, dando il colpo di grazia alla nostra reputazione di riders de' noartri.
Tolto il lucchetto finalmente partiamo, all'inseguimento dei nostri compari. Entrando nella Death Valley la temperatura cresce progressivamente, arrivando a toccare i 45 gradi al termometro della mia moto; 42 in quella di Uccio, ma anche facendo media direi che rende abbastanza bene l'idea del caldo assurdo. Abbiamo fatto in questo modo quasi 100 km, davvero sfiancante. Ma caspita che panorami! Pur avendoli già visti si resta sempre senza parole.
Arrivati a Bad Water ritroviamo i nostri amici, che si erano fermati qui per una sosta. Si sono molto divertiti al nostro racconto, e comunque siamo molto contenti di essere di nuovo tutti insieme.
Si riparte, prossima sosta Zabriskie Point, che come sempre vale il viaggio. Nel tratto di strada successivo c'è molto vento e la temperatura scende di un pochino. Usciti dalla Death Valley poi si scende sotto i 40 e si viaggia decisamente meglio.

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Ci fermiamo a Pahrump, amena località che capiamo essere già in Nevada dalla presenza di slot machine incorporate nel bancone del locale dove ci siamo fermati per pranzo. Una fila incredibile di slot machine incorporate nel bancone del bar, roba da non credere!

Un locale come un altro in Nevada
Un locale come un altro in Nevada

Ultima ripartenza alla volta di Las Vegas, alla quale mancano circa un centinaio di km. Dopo un lungo tratto sempre in territorio desertico attraversiamo le Spring Mountains, dove il vento ed il termometro solo a 35 ci fanno sentire quasi freschino. Quasi! A Las Vegas comunque si ritorna a 38.
Sono le cinque passate per cui andiamo direttamente al nostro albergo, che questa volta è l'Excalibur. Per arrivare al check-in attraversiamo l'immensa area del casinò, stracolma della solita folla di gente variopinta che passa le sue giornate seduta a questi tavoli.
Finalmente una bella doccia rinfrescante, questa volta per davvero! Un'oretta di relax e si esce di nuovo, giusto per fare due passi sulla strip, prima di rientrare a cenare al buffet del nostro albergo.
Questa sera si va a nanna proprio molto stanchi!

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