22 agosto - Gita a Fraser Island
Questa mattina sveglia presto con colazione veloce in camper, perchè il pick-up per la nostra escursione odierna a Fraser Island è alle 7:25. Ci viene a prendere un bus guidato da una ragazzotta dalla faccia simpatica e dalla coscia tipicamente aussie, la quale si impegna molto ma ha degli evidenti problemi di relazione con la leva del cambio.
Facciamo parecchi altri step a prendere altri gitanti, e quindi una ventina di minuti di strada per arrivare al punto di partenza del traghetto che ci porterà sull'isola, dove arriviamo poco dopo le nove.
Non siamo purtroppo fortunati con il tempo: è nuvoloso e spesso piove.
Fraser Island è un'isola interamente di sabbia, la più grande al mondo di questo genere, ed è Patrimonio dell'Umanità Unesco.
La nostra avventura inizia salendo sul pulmino 4x4 che ci scorrazzerà per l'isola, guidato da un non troppo simpatico Bryan, e appena partito capiamo subito che non sarà una giornata facile. Si da infatti il caso che percorrere strade con il fondo sabbioso non sia una delle cose più agevoli di questo mondo, e lo sballottamento dovuto a buche e dossi è davvero notevole.
Sul pulmino non mancano alcuni personaggi abbastanza pittoreschi, come un tizio tamarrissimo con una compagna così grassa che non si capiva se era (anche) incinta, o due tizie che dovevano essere amiche dell'autista: una cicciona ipertatuata e una specie di strega che sembrava uscita da un film di Walt Disney.
La parte più suggestiva del tragitto è sicuramente la costa, dove c'è una spiaggia lunga ben 75 miglia, che in parte è percorribile con i mezzi fuoristrada. Il panorama è spettacolare, e lo sarebbe sicuramente di più se non piovesse. Sulla costa poi si balla molto meno che non sulle stradine interne. Si fanno alcune soste in vari punti panoramici, tra le quali un simpatico ruscello che per un tratto si può risalire a piedi, con l'acqua bella freschina che arriva alle ginocchia. Ci cimentiamo solo io e i bambini, mentre il resto della truppa segue sulle più asciutte passerelle in legno.
Il lunch che ci viene offerto lascia piuttosto a desiderare; un buffet abbastanza triste con il peggio della cucina australiana. Il che è tutto dire!
Dopo pranzo il giro prosegue, tra un sobbalzo e l'altro, fino ad arrivare prima in un posto chiamato Central Station dove si fanno due passi in mezzo alla rain forest, che ormai conosciamo come i boschi del Trentino, e poi al famoso lago McKenzie. Famoso in quanto è d'acqua dolce, e perchè il suo fondo sabbioso riflette il colore del cielo, dandogli solitamente un colore blu molto intenso. "Solitamente" tradotto vuole dire "NON OGGI".
Rientro al punto di partenza del traghetto, traversata di circa 40 minuti e ritorno a casa con lo stesso pulman della mattina. Siamo in campeggio che sono già le 18:30. Abbastanza stanchi e provati dalla giornata che è stata molto intensa, ma comunque contenti per aver visto dei posti sicuramente unici. Purtroppo, o per fortuna, non abbiamo visto nessun dingo.
Si finisce con la cena nello stesso posto di ieri, dove il wi-fi era veramente ottimo!